San Biagio è una strada. No, diciamo più umilmente: S. Biagio è un sentiero di montagna per imparare la bellezza del diventare semplici, la bellezza di incontrare in un mondo di vibrazioni, di colori, di forme, di luci e ombre, di cani e gatti e papere e piccolissimi insetti, il multiforme manifestarsi dell’Essere nel suo unico palpito segreto, nel suo Mistero. Vedi, ho la persuasione sempre più profonda che solo aprendo gli occhi del cuore e imparando a leggere il di dentro della realtà, entri nella verità delle cose e ti stupisci della loro bellezza. Perché la bellezza è da Dio. E, se la tieni fuori da egoiche brame di possesso, a Dio ti conduce. La fede, che in un ambiente semplice ti aiuta a respirare e a vivere, ti conduce quasi naturalmente su sentieri di bellezza, in libertà, fuori da ogni moralismo, da ogni inscatolamento della vita. Così cogli nella semplice bellezza l’unità delle cose e il modo più consono a esprimere e a comunicare la profondità dell’essere e dell’esistere. Così dove la fede è lo sguardo semplice del bambino del Regno su quello che vedi e su quello che vivi, la bellezza trasfigura. E, bada bene, proprio perché non ci metti sopra, avide, le mani, il tuo rapporto con la bellezza non solo diventa contemplazione ma un modo profondo e vero per entrare in comunione con le persone che con te vivono questa semplice bellezza, nelle semplici cose, lungo tutto l’arco dei giorni trascorsi in semplicità di vita (Maria Pia Giudici).
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