Raccontare storie è stato, fin dalla più lontana antichità, un’attività importantissima in ogni cultura. È stato il mezzo con cui, da sempre, l’uomo ha potuto riconoscersi ed evolversi. Ancora oggi, quando andiamo al cinema o leggiamo un romanzo, stiamo facendo molto di più che passare il tempo, stiamo recandoci in una dimensione oltre la realtà che ci permette di prendere contatto e di sperimentare nuovi modi di essere. Esiste infatti un legame strettissimo tra finzione e mondo reale, tale che ogni volta che ci inoltriamo in una storia essa opera una piccola trasformazione nella nostra vita. Uno dei motivi per cui ciò “accade”, è che l’immaginazione non è un fatto unicamente mentale, ma un evento vissuto percettivamente a tutti i livelli, emotivi e sensoriali, e il “come se” non è mai puramente astratto, ma è sempre un qualcosa che in quel momento è vissuto realmente. Così, in quanto esperienza completa, ogni finzione di cui faremo parte produrrà sempre una variazione nella nostra vita. Creando una storia cominceremo a dare una forma a ciò che ostacola il nostro essere felici, al nostro antagonista interiore, ma daremo anche forma alle nostre capacità creative, alle nostre straordinarie risorse che ci permetteranno di superare qualsiasi ostacolo. Inoltre, cosa forse più importante di tutte, cominceremo a percepire noi stessi in un modello attivo e vincente. Un racconto, come un gioco, ci offre la possibilità di sperimentare senza alcun rischio modi diversi di essere; ci informa che ci sono altre prospettive da cui guardare a un problema e che esiste la possibilità di trasformarlo. Nella semplice tecnica esposta in questo libro, dunque, cercheremo di utilizzare il grande potere del racconto a nostro favore. Diventeremo noi stessi i registi della nostra storia e, poiché la storia è il terreno di prova della realtà, potremo diventare anche i registi della nostra vita.
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