L’uomo è homo religiosus. Il Divino costituisce la sua natura più profonda e qui tende a far ritorno, che se ne renda conto o meno. Giovanni della Croce disse: «Il nostro risveglio è un risveglio di Dio e la nostra resurrezione è una resurrezione di Dio». Il risveglio dell’uomo è un risveglio di Dio. Il risveglio della società è un risveglio di Dio nella società. Il risveglio del cosmo è un risveglio di Dio nell’evoluzione del cosmo. L’uomo del futuro (non solo il cristiano del futuro) sarà colui che si è risvegliato, sarà un mistico. Questa è l’unica possibilità di sopravvivenza che abbiamo. Nell’uomo abita un anelito profondo che è il Divino stesso. Dio preme in noi per sbocciare. In noi esseri umani il risveglio del Divino si manifesta sotto forma di un anelito profondo. È il desiderio ardente di far ritorno a casa, di trovare il luogo nel quale tutto va bene, dove si viene amati e accettati. Nel corso della vita, l’uomo si rende ben presto conto che nessuno può dargli quest’ultima sicurezza, nemmeno l’essere più amato. Tale separazione insormontabile permane finché il nostro vero sé non riesce a sbocciare, superando tutte le incrostazioni formatesi e tutti gli sviluppi sbagliati. Dunque gli uomini si incamminano sulla via verso Dio perché portano in sé questo profondo desiderio ardente, che in fondo è l’anelito di Dio stesso.
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