I testi di Silvio Anselmo traboccano di saggezza scaturita dal dharma, su aspetti quali l’impermanenza, l’interdipendenza tra tutti i fenomeni, l’attaccamento e l’avversione, il non sé. Tali concetti possono risultare freddi e persino un po’ ostici. Ma se decidessimo di apprendere il dharma, cioè l’insieme degli insegnamenti sulla via di liberazione indicata dal Buddha, unicamente leggendo le poesie di Silvio Anselmo, ne ricaveremmo probabilmente un quadro esauriente, perché si vede molto bene che lui quegli insegnamenti li ha studiati e soprattutto praticati a lungo. Anche perché si tratta di una dottrina non dogmatica né prescrittiva, che altrimenti non si confacerebbe per nulla a uno come lui. Capita così che le sue poesie siano oggetto di meditazione e riflessione condivisa, tra quei gruppi di pratica informali che un po’ ovunque, in Italia, si ritrovano nei soggiorni delle case private e nelle scuole di Yoga.
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