Il Saccidananda Ashram (l’Eremo della Trinità) di Shantivanam è stata e continua a essere un’esperienza speciale all’interno della Chiesa. Il progetto dei Padri fondatori, il sacerdote francese Jules Monchanin e il benedettino Henri Le Saux, e del loro continuatore Padre Bede Griffiths, era quello di dare vita a un’esperienza di monachesimo indo-cristiano, che favorisse l’inculturazione del cristianesimo in India. Di questo tentativo d’inculturazione John Martin Kuvarapu, monaco camaldolese, è sicuramente un frutto e un figlio maturo. Non solo perché a Shantivanam ha vissuto a lungo, da monaco e da sannyasin, o perché è stato per anni discepolo diretto di Padre Bede Griffiths, “ai cui piedi” ha scelto, a un certo punto del suo percorso esistenziale, di sedere, come un buon sadhaka con il suo guru, ma anche e soprattutto perché in lui tradizione cristiana e tradizione indiana sembrano coniugarsi in maniera innata, e l’auspicio di Padre Bede, di un matrimonio tra Oriente e Occidente, sembra realizzarsi in maniera del tutto naturale e spontanea. L’autore di questi scritti, infatti, indiano per nascita e attento conoscitore della propria tradizione vedica, ma allo stesso tempo educato all’ascolto del messaggio evangelico e alla fede cattolica, porta dentro di sé le due tradizioni e da sempre le vede convivere.