Per l'Autore il processo primario della trascendenza è la preghiera. Come T.S. Eliot, comprende che la preghiera è «più di una composizione di parole, della cosciente occupazione della mente che prega o del suono della voce in preghiera». Per lui era attenzione pura, in cui il fascio di luce della coscienza è completamente distolto dai propri flussi di pensiero, sensazione o percezione. Ma a cosa lo rivolgiamo? Su quale immagine o credenza fissiamo la mente per superare la paura di perdere la nostra autocoscienza, il «crescente terrore di non aver nulla a cui pensare» (Eliot)? John Main è maestro nella tradizione apofatica della preghiera priva d’immagini, non-concettuale. Così, la sua risposta è: il pieno e perfetto nulla chiamato povertà.