Elia Benamozegh

L'IMMORTALITÀ DELL'ANIMA

La luce di Dio nelle viscere dell'uomo

Nell’ebraismo, il proselita è un figlio neonato; la vita non si trova che nella Legge e nella verità; la gradazione stessa non viene omessa. Il peccatore è un malato, la penitenza è la sua medicina; e soprattutto è nel Sinai e nella promulgazione della Legge che i due ordini di simboli, quelli della morte e quelli dell’iniziazione, si trovano riuniti, come se Mosè avesse voluto celebrare alla vista del cielo e su tutto un popolo quello che il paganesimo non osava comunicare se non nel silenzio e nell’oscurità.

Elia Benamozegh nacque a Livorno nel 1823 da una famiglia sefardita originaria di Fez, in Marocco. Riscoperto in tempi relativamente recenti, è uno dei più luminosi geni dell’ebraismo contemporaneo. Propose un’ardita e grandiosa visione del rapporto fra il popolo e la religione ebraica e le altre nazioni e vie spirituali: visione centrata sulla Qabbalah, sull’intuizione della centralità profetico-sacerdotale di Israele e dell’alleanza noachide (tra Dio e l’umanità intera in Noè). Morì nel 1900 nella sua città natale.

Edizioni La parola (2008) · ISBN: 9788895120126 · 12x17 cm · pp. 225 · € 16,00

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